Breve storia della lingua italiana

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Breve storia della lingua italiana

Nei primi secoli del Medioevo, la lingua delle comunicazione culturale della penisola italiana è il latino, una lingua indoeuropea probabilmente diffusasi in tutta Europa dalla metà del II millennio a.C.

 

Il latino si era imposto nei secoli successivi alla fondazione leggendaria della città di Roma, grazie alle conquiste dell’impero romano in molte regioni europee. Nel tempo, aveva raggiunto una sua identità linguistica molto precisa, lasciando tuttavia affiorare nelle diverse parlate locali alcuni elementi di sostrato: le lingue preesistenti all’arrivo del latino che talvolta sono percepibili ancora oggi nei dialetti o nelle parlate regionali italiane, per esempio nella pronuncia di alcuni suoni.

 

Il latino mantenne il suo prestigio culturale attraverso la Chiesa, il mondo della cultura e l’università, fino al IX – X secolo, periodo in cui in Europa cominciano le testimonianze scritte dell’uso dei volgari romanzi: le lingue derivate dal latino in diverse regioni europee.

L’italiano, come il francese e lo spagnolo, non deriva dal latino classico di Cicerone e Giulio Cesare, ma da quello parlato dal “vulgus” cioè dal popolo. Per questo motivo questo tipo di latino popolare viene chiamato anche “volgare”.

 

Una manifestazione del volgare nell’ambito letterario, è quello della scuola poetica siciliana durante i primi tre quarti del XIII secolo, che diede luogo a una vasta produzione lirica in volgare ed ebbe come centro la corte di Federico II, re di Sicilia.

Con il passare del tempo, il volgare comincia ad essere usato anche nella letteratura dei primi grandi autori della letteratura italiana cioè Dante Alighieri, Boccaccio e Petrarca.

Questi autori, scrivono del volgare fiorentino cioè nel volgare usato a Firenze e lo arricchiscono di parole dotte grazie allo sviluppo culturale ed economico di Firenze nel corso del Medioevo e del Rinascimento.

Con il passare del tempo, il volgare fiorentino diventa definitivamente la lingua della letteratura anche nel resto d’Italia. Nel corso dei secoli, questa lingua subirà dei cambiamenti e comincerà ad assomigliare sempre di più all’italiano moderno.

 

Quando l’Italia diventa uno stato indipendente nel 1861, il fiorentino viene scelto come lingua letteraria standard e si converte nella lingua dell’istruzione nazionale fino alla fine della seconda guerra mondiale.

L’italiano standard viene però usato soprattutto per la letteratura, la stampa e la burocrazia, poiché gli italiani preferiscono continuare a parlare nel loro dialetto.

Solo a partire dagli anni ‘50, grazie al boom economico e alla diffusione della televisione, l’italiano standard diventa anche la lingua principale della comunicazione orale e si impone come lingua nazionale.

 

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Silvia Spatafora per CourseFinders

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