Da dove vengono i nomi dei colori in italiano?

colori

Da dove vengono i nomi dei colori in italiano?

 

Sai da dove vengono i nomi di alcuni dei colori che usiamo? La loro origine è varia e in alcuni casi, insolita …

 

Bianco

Viene dal germanico “blanc” che significava “splendente”, “brillante”. Il termine rimpiazzò il latino “albus” da cui derivano parole usate tutt’oggi come “alba”, “albino” e “albume”.

 

Rosso

È l’unico colore ad avere una chiara radice protoindoeuropea, cioè *reudh-, dalla quale derivano in latino le parole “ruber” e “rufus”, diventato poi “rosso” in italiano.

 

Nero

Deriva dal latino “nigrum” che significava “nero”, “scuro”, “cupo”. Alcuni studiosi hanno ipotizzato anche una connessione al greco νεκρός (nekrós) ovvero “morte”.

 

Marrone

Dal francese “marron” cioè “castagna”. Tuttavia non si conosce del tutto l’origine del termine. Forse viene dal greco “maraon” (“castagna dolce”) o dal celtico “mar”.

 

Verde

Termine che proviene dal latino “viridis”, forse riconducibile a una radice protoindoeuropea.

 

Azzurro

Deriva dal persiano “lazward”. Nelle lingue neolatine, la “l” iniziale fu scambiata per l’articolo arabo “al-” e quindi eliminata. Rimane però ancora in termini come “lapislazzulo”.

 

Blu

Dal germanico “blao”, a sua volta derivante dal protoindoeuropeo “bhle-was”. La radice significava non solo “blu”, ma anche “color della luce”, “biondo”, “giallo”, e da essa deriva il latino flavus (“giallo” appunto).

 

Bordeaux

Dal colore del vino francese, corrispondente al nome della città di Bordeaux.

 

Fucsia

Deve il nome all’omonimo fiore, la Fuchsia, che a sua volta è stato così battezzato in onore del botanico Leonhart Fuchs.

 

Lilla

La parola è di origine araba “lilak” e deriva curiosamente dall’antico termine indiano “nilah” che però indica un colore diverso ovvero il blu scuro.

 

Indaco

Dal greco “indikon”, termine con cui si chiamavano gli indiani.

 

Arancione / Arancio

Prende chiaramente il nome dal frutto dell’arancia che a sua volta deriva dal sanscrito “naranga-s”. Fu acquisito in veneziano come “naranza” e, infine, alterato in “narancia”. Per ultimo perse la “n” iniziale fino a diventare “arancia”.

 

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Silvia Spatafora per CourseFinders

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